giovedì 17 giugno 2010

Viola e le vuvuzelas


Probabilmente l'organizzazione se l'aspettava o forse no. Ma la vuvuzela, terribile trombettona tra l'altro difficilissima da suonare è diventata il simbolo amato-odiato dei Mondiali di Calcio 2010. I calciatori, arbitri, allenatori le odiano perchè, dicono, non riescono a sentire niente durante la partita. I commentatori televisivi dal canto loro non le amano: le dirette diventano una cacofonia fastidiosa che porta via la voce e distrugge i nervi. Gli spettatori delle partite dicono di detestarle ma stamattina a Milano, davanti al Centro del Turismo del SudAfrica erano in tanti venuti a prendere una vuvuzela in regalo. Hanno perfino fatto la fila e se ne sono andati felici con la trombetta rossa o verde o bianca in mano. Molti hanno provato a suonarla o meglio hanno cercato di soffiarci dentro per far uscire quel dannato fastidiosissimo bzzzoooooooo che ormai si è stampato nelle nostre orecchie. Ma è veramente difficile far suonare una vuvuzela e c'è da chiedersi: ma come diamine fanno quelle migliaia di ragazzotti a Cape Town o a Johannesburg? Da dove lo tirano fuori il fiato per far uscire ininterrotamente il bzzooooo che il mondo ha imparato ad odiare in questi ultimi giorni.

Sinceramente io le trovo divertenti anche se ogni tanti cedo alla tentazione di un: vaffa a voi e le vuvuzelas... perchè il mio cane, Viola, le trova amabili, tanto che appena comincia la partita accorda l'ugola con qualche ululato e poi emette un suono molto simile a quello delle vuvuzela, levando il suo canto al cielo. Un canto che dura tutti i 90 minuti.
Grazie vuvuzelas. Grazie veramente per avermi fatto scoprire la vena artistica e canterina della mia piccola pinscher!

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