mercoledì 12 gennaio 2011

Devid, vittima del silenzio più che del freddo

Stavo leggendo un articolo di Amelia Esposito sul Corriere di Bologna on line, dal titolo: Cento sms per aiutare i gemelli. Rispose solo Stefano Benni 

Brevemente e con precisione la giornalista descrive uno dei solito malcostume della gente cosiddetta "perbene", quelli che non hanno problemi di bollette insolute, quelli che fanno "volontariato" (quando ci sono le telecamere evidentemente), quelli per i quali 20 euro non bastano nemmeno per un cappuccino e una pasta nella pasticceria di lusso (di cui noi poveri mortali di solito possiamo solo ammirare le vetrine colme di cioccolato D.O.P. ), quelli che sanno bene come riempirsi la bocca della parola "solidarietà". 

Racconta la Esposito: Di solidarietà e disponibilità ne ha incontrate davvero poche Silvia Vicchi, la bolognese che, il 30 dicembre, ha ricevuto da un’associazione che si occupa di disagio sociale la richiesta di un aiuto concreto per i gemellini Berghi e l’ha girata a un centinaio di persone di cui ha il numero di telefono, la maggior parte delle quali gravitano nel mondo del volontariato. «La richiesta che mi è pervenuta era molto semplice, si chiedeva un aiuto piccolo piccolo per due gemellini poveri di cui io ignoravo il nome — racconta Silvia — parlo di tutine, calzini di lana, cuffiette, copertine e latte in polvere, bisogni primari, cose poco costose».
«Ero certa che avrei avuto molte risposte anche perché gran parte dei destinatari del mio messaggio fanno volontariato e alcuni di loro sono molto facoltosi, persone per le quali spendere cento euro è come fare colazione al bar, invece nulla — prosegue —. Il silenzio. Ad eccezione di Stefano Benni, e ci tengo a dirlo, l’unico che mi ha risposto spiegandomi che era in viaggio e che al suo rientro a Bologna mi avrebbe ricontattata».
 

Sappiamo che il piccolo Devid è sopravvissuto meno di un giorno a quel sms. Devid è morto di freddo e stenti, clinicamente di broncopolmonite ma tecnicamente di indifferenza.



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